La figura di Carlo Acutis continua a parlare ai cuori anche dopo la sua morte, avvenuta nel 2006 a soli 15 anni. Giovane, moderno, appassionato di tecnologia, Carlo è riuscito a vivere una fede autentica e contagiosa, capace di cambiare la vita di chi gli stava intorno. La sua vita, seppur breve, è stata una luminosa testimonianza di come la santità sia possibile anche oggi, anche da giovani, anche tra i banchi di scuola.
1. I suoi genitori
Uno degli aspetti più sorprendenti della vita di Carlo Acutis è che i suoi genitori non erano particolarmente praticanti, eppure, fin da piccolissimo, Carlo mostrava un’attrazione naturale per Gesù, in particolare nell’Eucaristia. Fu grazie alla sua testimonianza gioiosa, alla sua sete di Dio e alla sua costanza nel frequentare la chiesa, che anche mamma e papà iniziarono lentamente a riscoprire la bellezza della fede.
Un giorno, sapendo quanto Carlo amasse Gesù, i suoi genitori decisero di organizzare un pellegrinaggio in Terra Santa. Pensavano di fargli un regalo speciale, ma a causa di alcuni imprevisti il viaggio fu annullato. Temendo che ne sarebbe rimasto deluso, gli comunicarono la notizia con delicatezza. Ma Carlo, con la serenità di chi sa dove trovare ciò che conta davvero, rispose:
“Non serve andare fino in Terra Santa per sentire Gesù vicino. Mi basta scendere nella chiesa sotto casa: lì Gesù è davvero presente, vivo, nel tabernacolo.”
La sua fede era semplice e profonda: sapeva che la vera Terra Santa era l’Eucaristia, lì dove Gesù si dona ogni giorno. Passava lunghe ore davanti al tabernacolo, parlando con Lui, confidandogli tutto: dai piccoli problemi scolastici alle sofferenze altrui. E la sua preghiera era così sincera che, secondo alcune testimonianze, portò persino a guarigioni inspiegabili.
2. Il domestico indiano
Molti hanno incontrato Dio grazie alla testimonianza silenziosa e potente di Carlo. Tra questi, anche un collaboratore domestico della famiglia Acutis, di religione induista.
Quest’uomo rimase colpito dalla generosità di Carlo, che fin da bambino si prendeva cura dei poveri. In bicicletta andava in giro per Milano portando panini e un sorriso ai senzatetto. Ma non si fermava lì: si fermava ad ascoltarli, a parlare con loro. Non per dovere, ma per amore.
“Così farebbe Gesù”, diceva.
La coerenza della sua vita, l’amore che metteva in ogni gesto e la sua profonda relazione con l’Eucaristia toccarono il cuore di quel collaboratore, che un giorno gli disse:
“Se il tuo Dio ti dona tutto questo, allora lo voglio anche io nella mia vita.”
E chiese di ricevere il Battesimo.
3. Il suo sito sito web
Carlo amava la tecnologia, ma non per fuggire dalla realtà. Al contrario, usava internet per parlare di Dio. Da autodidatta, mise le sue competenze informatiche a servizio della fede. Il frutto più famoso di questo impegno è il sito che raccoglie e racconta i miracoli eucaristici avvenuti nel mondo:
👉 www.miracolieucaristici.org
Quel sito, ancora oggi online, che ideò e creò personalmente con il supporto dell’Istituto San Clemente I Papa e Martire, ha dato vita a una mostra itinerante che ha raggiunto i cinque continenti, entrando in oltre 10.000 parrocchie negli Stati Uniti e in santuari come Lourdes, Fatima e Guadalupe.
Proprio grazie a questo impegno digitale e spirituale, Carlo viene oggi considerato un possibile patrono di internet.
La vita di Carlo Acutis ci ricorda che la santità non è una cosa distante o per pochi eletti. È una chiamata per tutti, anche per chi ama la tecnologia, anche per chi va a scuola, anche per chi vive nel mondo di oggi.
Con il cuore pieno di amore per Gesù Eucaristia, Carlo ha lasciato una scia di luce che ancora oggi guida tanti verso Dio. E le sue parole risuonano come un invito per ciascuno di noi:
“L’Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo.”
La nostra immagine con una sua bellissima citazione:
"La nostra meta deve essere l'Infinito, non il finito"